Home » Da sapere » sfogliatura

sfogliatura

a cura di CNR - IVALSA

Mentre il tronco (montato sui mandrini della sfogliatrice) viene fatto ruotare sul proprio asse, ne viene separato, mediante una lama affilatissima e senza asportazione di truciolo, un foglio continuo, di spessore compreso fra circa uno e circa tre millimetri (a seconda della specie e dell'impiego previsto), largo quanto è lungo il tronco.

I toppi vengono spesso riscaldati tramite vaporizzazione oppure tenuti bagnati per ammorbidirli e rilassare le tensioni interne prima della sfogliatura, che avviene previa centratura del toppo per mezzo di attrezzature meccaniche od elettroniche, capaci di individuare il cilindro di maggior diametro nel solido irregolare e posizionare il toppo tra due mandrini in maniera da ottenere tale risultato.

L’ottimizzazione della resa in volume avviene a discapito dell’allineamento dei mandrini con l’asse del midollo e quindi con la direzione della fibratura del tronco, cosa che viene oltretutto aggravata dal fatto che, per la naturale rastremazione dei tronchi, il piano dello sfogliato prodotto forma un angolo con la direzione della fibratura. La presenza di legno di reazione (normalmente asimmetrica) complica ulteriormente le cose, con il risultato che molto spesso una parte degli sfogliati risulta più o meno distorta dopo l’essiccazione.

Una particolare attenzione viene riservata, nella produzione di sfogliati per compensati destinati ad impieghi strutturali, alla limitazione della formazione di fessurazioni da sfogliatura, inevitabilmente causate dalle tensioni applicate.

In sfogliatura, il legno (umido) viene densificato localmente da una “barra di pressione” in modo da renderlo più compatto e meno suscettibile di fessurarsi.

La lunghezza potenziale del foglio dipende dal diametro del tronco, ma di fatto il nastro che esce dalla sfogliatrice viene "taglierinato" per eliminarne parti difettose o per ricavarne fogli delle dimensioni volute. I fogli di legno così ottenuti sono utilizzati principalmente per la produzione dei pannelli compensati (a tre o più strati), parti speciali per mobili (sedili curvati), imballaggi ortofrutticoli, etc.

Nella produzione di compensati la “compensazione” dell’anisotropia del legno ottenuta attraverso l’incrocio degli strati è alla base della funzionalità del prodotto, nonché della sua denominazione.

Gli strati sono normalmente in numero dispari, e l’aumento del numero degli strati (a parità di spessore) consente di ottenere una maggiore isotropia, a discapito della resistenza nella direzione della fibratura dello strato esterno. Oltre al numero degli strati, anche lo spessore dello strato esterno ha un effetto importante sulla resistenza e la rigidità: più esso è alto, maggiore è la vicinanza all’anisotropia (come caratteristiche meccaniche) del legno massiccio di origine.


 

Macchine

La prima sfogliatrice con sistema di lavoro simile alle macchine in uso attualmente, fu prodotta in Francia nel 1840 e, da allora, con il proseguire delle conoscenze e della tecnica, sono state implementate le parti fondamentali quali: il dispositivo di fissaggio dei tronchi (due alberi a mandrini) con relativo sistema di centraggio, il meccanismo di rotazione, il dispositivo di regolazione del coltello e della barra di pressione (che serve per comprimere il legno immediatamente prima dell’azione del coltello al fine di evitare strappi di fibre o spessori irregolari), il meccanismo di avanzamento del porta-coltello.


 

Specie

In Italia vengono generalmente utilizzate specie che presentano legno tenero (tipicamente il Pioppo), ma anche piuttosto compatto (Faggio, alcune conifere); di fatto può essere sfogliata praticamente qualsiasi specie, con preferenza per quelle a legno omogeneo (ma non si tratta di un requisito essenziale); nel mondo vengono utilizzate le specie più varie, purché esista una conveniente utilizzazione per gli sfogliati prodotti (compensato di Pioppo per mobili, multistrato di Pioppo per imballaggi, compensato curvato di Faggio per sedili, multistrato di Faggio per pavimenti e divisori di vagoni ferroviari, multistrato di Betulla per strutture ed imballaggi, multistrato di Douglasia o di Pitch Pine per strutture e imballaggi, compensati di Okoumé o di Mogani per usi "marini" o comunque in ambienti umidi, etc.).


 

Requisiti dei tronchi

Sono richiesti tronchi di ottima forma (sezione circolare e poco rastremata, priva di costolature; asse diritto), privi di difetti nel legno (ferite, nodi, etc.) in funzione dell'uso previsto (decorativo, strutturale, imballaggio, etc.). Vengono attualmente richiesti tronchi con diametro maggiore di 22 cm e lunghezze maggiori di 1,30 m. Tali limiti non sono però tassativi, in quanto dipendono (fra molti altri fattori) dalla specie, dalla difettosità dei tronchi, dalle attrezzature utilizzate, dalle rese di lavorazione desiderate, dall'impiego previsto per i fogli, etc.