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tranciatura

a cura di CNR - IVALSA


Dal tronco vengono separati, ad uno ad uno, sottili fogli di legno dello spessore di pochi decimi di millimetro mediante una lama affilatissima e senza asportazione di truciolo. Tali fogli prendono il nome di tranciati o piallacci e vengono utilizzati per rivestire e "nobilitare" manufatti realizzati con legni meno pregiati o con altri materiali.

Oltre ai tranciati naturali, prediletti dagli amanti del legno per la loro infinita varietà di figura e colore, la ricerca di uniformità e regolarità tipica delle produzioni industriali ha imposto lo sviluppo di tranciati tinti (per modificarne od uniformarne il colore) e di tranciati ricomposti con legno chiaro sbiancato e successivamente tinteggiato (legno multilaminare). In tutti i casi si tratta di vero legno, che ha le proprietà tecniche e tattili di questa materia prima. Le aziende Italiane sono all’avangurdia nel settore tranciatura.

Per sfruttare al massimo l’effetto estetico dei vari legnami e adattare il materiale allo scopo decorativo desiderato, esistono diverse modalità di tranciatura:

a) all’italiana: in cui il tronco viene prima squadrato e poi tranciato secondo direzioni parallele a una delle facce;

b) alla francese sul quarto: in cui il tronco viene prima ridotto in quarti, questi vengono prima smussati e, successivamente, tranciati parallelamente al raggio mediano;

c) alla svedese sul quarto: in cui il tronco viene prima ridotto in quarti, questi vengono prima smussati e, successivamente, tranciati perpendicolarmente al raggio mediano;

d) sul terzo: modalità simile alle due precedenti ma partendo da settori di tronco ricavanti con angoli di taglio di 120° e non di 90°

In realtà esiste un’altra modalità per ricavare piallacci ma, essendo basata sul principio che l’utensile che ricava il foglio non segue un percorso rettilineo, il contesto lavorativo si di trova quasi a metà tra una lavorazione di tranciatura e quella di sfogliatura; per questo motivo si parla di sfogliatura eccentrica.


Macchine

Il ricavare sottili fogli di legno decorativi è una pratica antichissima ma i primi prototipi delle tipologie di macchine, chiamate trance, in grado di produrre fogli senza perdite di legno risalgono alla metà del 1800; intorno al 1980 erano disponibili trance prodotte in serie in Germania e negli Stati Uniti.

Attualmente esistono cinque sistemi, e di conseguenza altrettanti tipi di macchine, per ricavare piallacci:

a) tranciatura a piatto orizzontale in cui l’utensile (coltello) si muove su un piano parallelo ed è azionato da un sistema biella-manovella; durante la corsa di ritorno, il sistema di afferraggio (piatto) del legno si sposta verso l’alto per una quantità pari allo spessore dei fogli;

b) tranciatura a piatto verticale in cui il blocco di legno si muove alternativamente dall’alto al basso e, durante la corsa di ritorno, il coltello si muove in avanti per una quantità pari allo spessore dei fogli;

c) tranciatura a piatto inclinato: combinazione dei due precedenti sistemi, in cui sia il blocco di legno che il coltello si spostano contemporaneamente;

d) tranciatura rotativa (semi-sfogliatura), in cui si applica la tecnologia della sfogliatura, cioè il tronco viene fatto ruotare sul proprio asse e avvicinato progressivamente ad un coltello che ne ricava un foglio continuo; in questo caso i mandrini che ancorano il tronco sono posizionati lontani dal centro geometrico del tronco;

e) tranciatura conica in cui il tronco è avvicinato ad un coltello inclinato rispetto al suo asse longitudinale (temperamatite).


Specie

Vengono generalmente utilizzate specie che presentano legno compatto (molte specie tropicali, Quercia, Noce, etc), atto a fornire buon effetto decorativo (disegno, venatura, colore, possibilità di essere colorato); di fatto può essere tranciata praticamente qualsiasi specie, purché esista una conveniente utilizzazione per i tranciati prodotti.


 

Requisiti dei tronchi

Sono richiesti tronchi di ottima forma (sezione circolare, asse diritto), privi di difetti nel legno (ferite, nodi, alterazioni di colore, etc.) salvo talora anomalie atte a fornire particolari disegni (effetto "rigatino", "piume", marezzature, etc.). Il diametro dei tronchi dipende anche dal disegno che si intende ottenere (rigato, fiammato, etc.), ma generalmente deve essere maggiore di 30 cm. La lunghezza del tronco non è un requisito fisso; attualmente può essere considerata ottimale la misura di tre metri.